Il CICAP confuta l’esistenza dell’energia interiore

Prana

Prana

In Cina è chiamata Qi, in Giappone Ki, nella filosofia indiana prana: è il nome che nelle culture orientali viene dato all’energia interiore.

Secondo il CICAP è una bufala.

In un’indagine realizzata da Massimo Polidoro, cofondatore e Segretario nazionale del CICAP, e Luigi Garlaschelli, responsabile delle sperimentazioni nel CICAP, viene dimostrato chiaramente che l’esistenza dell’energia interiore non ha alcun fondamento scientifico.

Nel servizio realizzato dalla National Geographic, viene confutata l’attendibilità dei macchinari basati sul metodo della fotografia di Kirlian utilizzati per visualizzare l’aura, ritenuta una radiazione luminosa prodotta solo da esseri viventi che, secondo i sostenitori dell’esistenza del Qi, sarebbe la dimostrazione dell’esistenza di un corpo eterico e quindi le facoltà traumaturgiche di alcuni individui.

I test effettuati da Garlaschelli, invece, dimostrano che la fotografia Kirlian, in realtà, non visualizza la cosiddetta aura ma semplicemente umidità o calore in qualsiasi tipo di oggetto, che sia esso animato o inanimato.

Di particolare importanza è l’esperimento a cui si è sottoposto Luigi Garlaschelli con la supervisione di Massimo Polidoro.

Un maestro di karate, cintura nera e 8° dan, sostiene di poter atterrare un avversario con il Qi: peccato però che con Garlaschelli non ci sia riuscito!

La spiegazione del fallimento è stata a dir poco tragicomica: la posizione della lingua o dei pollici impedirebbe la riuscita dell’esperimento.

La confutazione dell’esistenza del Qi, invalida le molte pratiche legate ad esso quali yoga, agopuntura, moxibustione, massaggi di origine orientale come il Ki Harmony o arti marziali che promettono artifizi simili a quelli dei Cavalieri Jedi in Guerre Stellari.

Come giustamente ribadisce Joe Nickell, investigatore del paranormale, «se facciamo credere alla gente che esistano speciali superpoteri, le facciamo credere delle falsità; diventa un problema etico perché si va oltre lo spettacolo e si afferma l’esistenza del paranormale.»

5 commenti

  1. Cercare i peggiori svitati (o imbroglioni) in circolazione, sul quale anche un ragazzino si farebbe due risate, andarli a trovare, registrare le loro affermazioni più ridicole, testare che (ovviamente) è tutto falso, sarebbe la DIMOSTRAZIONE che prana, qi ecc. non esistono?? Ma scherziamo?? Davvero non c’era nessuno di più serio da prendere in causa???Mi sembra quella pubblicità che dice “Vuoi vincere facile?”…Questo video dal National Geographic è MOLTO FORZATO. Qui il CICAP mi cade davvero.

  2. Da buon scienziato,
    qui manca umiltà e consapevolezza del inadeguatezza del metodo scientifico classico in certe situazioni. Poi accertare che delle persone mentono non è prova di infondatezza degli oggetti di discussione. Quando leggo articoli così, mi demoralizzo un pò. Se la medicina occidentale fosse fusa con quella orientale otterremmo risultati incredibili. Resto dell’idea che troppi scienziati abbiano perso lo spirito per scoprire il nuovo.
    C’è anche la possibilità che siano pagati dalle case farmaceutiche…
    Un vero perccato.

  3. Io studio arti marziali da diversi anni, e da quasi un anno anche il Kyusho Jitsu, una pratica interdisciplinare in cui si studiano, con applicazione marziale, i punti di pressione secondo la MTC. I miei maestri ‘discendono’ da E.Pantazi, maggior esponente proprio di quel J.Dillman che si vede in video. Potrei riassumere tutta la pratica del Kyusho in due concetti: interferire col sistema nervoso dell’avversario, ed interferire con il campo magnetico dell’avversario. In primo luogo (e ciò costituisce ‘il grosso’ del Kyusho, nonché la sua parte affatto discutibile) si studiano particolari punti che effettivamente corrispondono in neuroanatomia a precise zone innervate. Per fare un piccolo esempio, c’è il punto Nervo Mentale che si colpisce con una particolare angolazione che corrisponde proprio all’andamento della ramificazione del Nervo trigemino, in modo da inviare una ‘scossa elettrica’ che percorra lo stesso provocando determinate risposte fisiologiche. Come il Nervo Mentale, così tutti gli altri punti dell’Agopuntura. Non si tratta assolutamente di ‘magia’, ma di stimolare il sistema nervoso, la cui struttura ed andamento, assime a quelli dell’apparato sanguigno e linfatico, individua dei ‘canali’ (i meridiani) che altro non sono se non ipotetiche linee guida che indicano lo stesso andamento degli stessi apparati. In altre parole, il ‘flusso di energia qi’ nei meridiani, in questo senso, è perfettamente sovrapponibile a quello del flusso di corrente elettrica lungo i nervi, oltre che di sangue e linfa. Quindi colpendo in una determinata maniera un punto in cui ad esempio finisce la ramificazione del nervo (come per il Nervo Mentale) la stimolazione improvvisa dello stesso è come una piccola scossa che percorre lo stesso nervo e ciò porta a risposte fisiologiche diverse da punto a punto.
    Una volta che si conosce bene questo modo di ‘interferire’ col ‘sistema elettrico’ del corpo umano, c’è un passo successivo, che è quello maggiormente discusso.
    Per la stessa Fisica di cui ho dato gli esami all’Università e di cui gli scienziati del CICAP dovrebbero essere esperti, si sa che dove c’è passaggio di corrente elettrica, c’è anche un campo magnetico generato dalla stessa. Alcuni scenziati hanno calcolato che quello umano lavora circa dagli 1,5 ai 9,5 Megahertz. Si sa anche che due campi magnetici vicini interagiscono, e l’effetto è visibile all’occhio umano nel come si comportano gli stessi oggetti che lo generano o lo subiscono. Quello che viene fatto in molte altre pratiche, marziali e non, è proprio studiare anche come può interagire il proprio campo magnetico con quello di un’altro individuo. Sul fatto che su L.Garlaschelli non abbia funzionato il k.o. senza contatto, tornando un attimo alla questione ‘energia’, oltre al fatto che essa ha peculiarità uniche ed interagisce con l’esterno in maniera parecchio soggettiva, se ci si concentra particolarmente su un punto o sul pensiero che non dobbiamo ‘cedere’ ad un certo stimolo, come del resto insegnano a loro modo anche la psico-cibernetica, l’ergonomia di Muller, la meditazione, la teoria del campo dello psicologo K.Lewin, ma anche gli addestramenti militari, di fatto abbiamo il potere di non cedervi. Dal fatto che quel L.Garlaschelli non sia andato giù per quel tipo di k.o. che lavora sul campo magnetico, al dire che il Kyusho è tutta una bufala, è un essere millantatori proprio come del resto lo è qualche maestro che si vede in qualche video su internet far venire le convulsioni a tutti attorno a lui. Per ciò che so io, quello è tutto fuorché Kyusho Jitsu, ovvero l’arte di rendere inerme l’avversario nel minor tempo possibile (Kyusho vuol dire proprio ‘primo secondo’). Sulla parte più ‘mistica’, che ha a che fare col ‘campo’ dell’avversario, l’interferirvi col proprio, non è una ‘magia’: al più è rendersi conto che la fisica che studiamo in qualunque cosa attorno a noi, può per logica anche essere sfruttata nel tipo di cose di cui si parlava. E quì è vero comunque che si deve anche metterci ‘qualcosa di proprio’ al ché il tutto abbia un riscontro visibile. E’ ciò che nel Kyusho viene chiamata ‘intenzione’; nella psico-cibernetica la legge di Couè e il concetto del cervello come ‘servo-meccanismo’, ovvero è possibile far lavorare il proprio cervello, attraverso quella ‘intenzione’, in modo tale che in esso si attivino le regioni più indonee al compimento dell’effetto che si vuole ottenere, ad esempio un maggior flusso della propria energia sul palmo delle proprie mani. Proprio come lo stesso principio è valido per chi si prepara con estrema convinzione, al non cedere all’interazione tra campi. Del resto ognuno ha il proprio e decide se farselo ‘toccare’ o meno, detto in maniera gergale. Tant’è che nel k.o. no tuch si chiede all’altro di stare tranquillo, sereno, non rigido. Nella parte ‘a contatto’, è diverso: neanche un L.Garlaschelli, cazzuto com’è, può comandare le proprie risposte fisiologiche e neurologiche ad impulsi nervosi. Del resto va anche ricordato che questi studi interdisciplinari che già non dovrebbero essere così ‘sputtanati’, erano lo stadio ultimo delle arti marziali nel loro periodo d’oro, in cui se un colpo non funzionava si veniva accettati con un fendente di katana. Giustamente quì non si parla tanto della validità o meno del Kyusho, quanto dell’esistenza dubbia del qi / ki / prana. Premettendo che se facessimo vedere un laser o una semplice tv ad un uomo di anche solo qualche secolo fa, li vedrebbe come ‘magia’, ‘segni divini’, ‘poteri assurdi’ (per la tv non riuscirebbe mai a capire come degli omini si trovino in una scatoletta), ritengo che riguardo moltissime cose, non si può essere scettici a prescindere, nè si può cercare per forza di dimostrare se hanno un che di vero o no. Perché proprio come per gli esempi semplici fatti, non sappiamo cosa il nostro ingegno ci porterà a scoprire. Dire che le energie di cui parlano pratiche orientali da millenni non esistano solo perché ad un tipo non è riuscito un k.o. no tuch, non va. Anche perché queste ‘energie’ di cui si parla, non vengono considerate come un qualcosa di divino, new age, magico. Anzi lo stesso Buddhismo ha come fine la liberazione dalla sofferenza psicologica, altrimenti detta l’insieme delle ‘seghe mentali’ dell’uomo moderno. Sia riguardo l’esistenza o meno di divinità o cose che vadano al di là della nostra finitezza in tempo e spazio (e per questo da noi non conoscibili) sia riguardo il voler a tutti i costi esser coatti a quel che si sa secondo le conoscenze dei propri tempi, cosa che per la scienza tante volte nella storia è risultato essere un tipo di ragionamento fallimentare ed anti-evoluzionistico. Quindi il fare conoscenza di un qualcosa che non basterebbe una vita di 1000 anni per apprenderla a pieno, e smentirla con una dimostrazione altrettanto sommaria non causa nè effetto esclusivi e necessari a ciò di cui si vuole negare l’esistenza, è una pretesa che a mio parere si regge solo proprio del condizionamento mentale di cui loro stessi parlano.

    • Grazie Dario, la tua spiegazione è davversemplice, chiara e priva di possibilità di fraintendimento. Io sono un fisico teorico ma trovo che sia necessaria una certa apertura mentale nell’affrontare la vita, la società e la scienza, ma in particolare la vita in senso biologico. Non la conosciamo affatto, chissà quanti effetti particolari, attualmente definibili “magici” si scoprirebbero senza troppi pregiudizi. Sul “ki” non mi pronuncio, dovrei essere come Dario, esperto in un’arte marziale “energetica” per sapere se “esiste” e lo saprei per esperienza diretta non per un esperimento che dimostri chissacchè. Inoltre scientificamente la prova del CICAP è, senza pregiudizi, inaccettabile perchè non prova un bel niente. Prova anzi che il presunto esperto che ha “fallito” il colpo energetico non è in grado di maneggiare presunti effetti energetici, ma magari tali effetti esistono e c’è chi li padroneggia e magari esista pure il “ki”. Quindi piano piano a dire che il CICAP ha dimostrato che non esiste l’energia vitale. Svela i trucchi di magia e smaschera alcuni ciarlatani, che magari si arricchiscono sulla creduloneria della gente (cosa che non rappresenta un comportamento illegale, magari eticamente scorretto, ma è diverso) ma niente di più. Certe cose non le si potrà mai confutare, ma solo sperimentare su se stessi… Grazie ancora a Dario!

  4. Sono praticante / amante / studioso, esperto è un parolone. Che la mia risposta sottolinei però il fatto che il CICAP non sia stato, almeno per questa volta, scientifico come vuol far credere. Le parole di Joe Nickell in questo caso non valgono perché: il fine del Kyusho è comprendere il corpo umano e il modo per interferire nel bene o nel male col suo sistema nervoso ecc; il fine dello Yoga è raggiungere uno stato di trance attraverso un’ipossia cerebrale controllata; il fine del Reiki e dell’agopuntura è eliminare le tensioni e svolgere un’azione analgesica; e così via. Ovunque si parli di Ki/Qi/Prana, il fine di queste discipline non è “mostrare superpoteri, dare spettacolo o affermare l’esistenza del paranormale”. Per quanto ne so io nessuno degli esperti seri in queste discipline l’ha mai fatto. Al più vedo, personalmente, la questione dell’energia interiore come il corrispettivo dell’antica Alchimia per l’attuale Chimica. L’alchimia non era “sbagliata” nella sua parte applicativa, ma inevitabilmente non conoscendo ancora di cosa si trattasse, era immersa in una matrice esoterica e mistica. Parallelamente, penso che ci sarà una “chimica” in un futuro che studierà questi fenomeni al di fuori dell’alone di mistero che a volte viene più dato da un “CICAP” che non da esperti in materia. Un saluto a tutti, Dario.


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