Psico-setta Arkeon, dieci persone rinviate a giudizio

Vito Carlo Moccia

Vito Carlo Moccia

Sono dieci le persone rinviate a giudizio dal gup di Bari, Marco Guida, coinvolte nell’inchiesta sul metodo Arkeon: una sorta di psicosetta diffusa in tutta Italia e che, in poco meno di dieci anni, ha raccolto migliaia di adepti in ogni parte della penisola.

Un anno fa furono iscritte nel registro degli indagati undici persone. Ora solo la posizione di una queste è stata stralciata.

Ai dieci rinviati a giudizio vengono contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza.

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Maga rom truffa mamma disperata: “la Madonna di Medjugorje è arrabbiata perché hai peccato”, e le spilla una fortuna

Le raccontava con beata leggerezza che lei parlava tutti i santi giorni con la Madonna di Medjugorie.

E le aveva ripetuto più volte che la Vergine Maria era arrabbiata con lei perché aveva peccato molto. «È per questo – la ammoniva con sguardo severo – che ti sono capitate tutte queste disgrazie. E il peggio deve ancora arrivare».

Così Sylvana Dargutinovik, una zingara di 28 anni con tanta parlantina e pochi scrupoli, aveva irretito una madre brianzola di 50 anni. E la povera donna, che aveva perso un fratello per un male incurabile, che aveva un matrimonio a pezzi e ogni giorno doveva accudire un figlio gravemente malato, le ha creduto.

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Lombardia: Sesso per “guarigioni”, chiusa inchiesta su psico-setta

Giovanni Polizzi

Giovanni Polizzi

Il pm di Milano Giovanni Polizzi ha chiuso l’indagine a carico di Antonio Morello, “maestro” 67enne dell’associazione barese “The sacred path”, accusato di aver violentato due donne convincendole a sottoporsi alla sua personale “terapia” come unico modo per superare i disturbi derivati da inesistenti molestie sessuali subite da bambine.

L’inchiesta è frutto dello stralcio della posizione di uno degli undici membri della psico-setta, indagati a Bari, dove l’associazione era basata. Il filone barese, in fase di udienza preliminare, ipotizza i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, esercizio abusivo delle professioni di psicologo e medico, violenza privata e maltrattamenti ai danni di minore.

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Cosenza, sgomberato con tensioni l’istituto dei pazienti scomparsi

Listituto Giovanni XXIII

L'istituto Giovanni XXIII

COSENZA – C’è una casa degli orrori sulle montagne calabresi. Dove in tanti scompaiono, dove in troppi muoiono. E’ un ricovero per derelitti e ripudiati di ogni specie che è diventata reggia per un prete e discarica umana per chi c’è finito dentro. Truffe, imbrogli, saccheggi e ora, ora anche il sospetto di alcuni omicidi. Donne e uomini che non si trovano più. Qualcuno sta indagando per scoprire che fine hanno fatto in ventisette. Dodici sono spariti, per altri quindici l’ombra di una morte violenta. Il luogo del mistero è Serra D’Aiello, paesino di settecento abitanti aggrappato all’appennino aspro che da Cosenza scende a strapiombo verso il mare di Amantea e la piana di Falerna.

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Salsomaggiore, truffe ai parrocchiani sacerdote a giudizio

Truffa

PARMA: Un sacerdote che ha guidato per diversi anni una parrocchia di Salsomaggiore è stato rinviato a giudizio dal gup di Parma per truffa aggravata e circonvenzione di incapace. Il religioso è accusato di avere approfittato della fiducia che avevano in lui alcune fedeli e di averle costrette a firmare documenti e contratti bancari, facendo credere che i fondi sarebbero finiti in buone mani e sarebbero stati usati con scopi benefici. Secondo l’ accusa, la cifra sottratta con l’inganno sarebbe stata stata consistente, nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro. A denunciare il presunto raggiro, cominciato nel 2003, sono state alcune parrocchiane. Sempre secondo le accuse, la vicenda potrebbe coinvolgere anche altre figure di religiosi salsesi. Il parroco finito sotto processo ha lasciato Salsomaggiore da qualche anno e ora svolge la sua funzione in un altro luogo. La prima udienza del dibattimento è fissata al tribunale di Fidenza (sezione distaccata di Parma) per l’8 ottobre

Fonte: La Repubblica

Ragusa, sgominata setta catto-cristiana: evocavano la fine del mondo

Il cartello allingresso

Il cartello all'ingresso

ISPICA: I capi avevano convinto gli adepti che la fine del mondo era imminente e che quindi bisognava raccogliere più soldi possibili prima di nascondersi nel rifugio dove solo loro avrebbero trovato la salvezza. Il rifugio era una vera e propria azienda agricola capace di auto-produrre carni e cibi vari per la vita della comunità. Ma l’operazione della Guardia di finanza di Ragusa ha mandato all’aria il progetto della setta religiosa, con quattro persone finite in carcere con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, violenza ed evasione fiscale.

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