Baltimora, madre lascia morire di fame bimbo di un anno perché non diceva «amen»: secondo i membri del suo culto era un “demone”

Javon Thompson

Javon Thompson

La storia di Javon Thompson, bimbo di appena 12 mesi, è una di quelle in cui la parola “incredibile” non è sufficiente per descrivere le circostanze che lo hanno portato alla morte. E non è sufficiente nemmeno per descrivere il procedimento giudiziario.

Tutto ha inizio con l’ingresso di Ria Ramkissoon, 20enne all’epoca dei fatti, madre del bambino, nel culto “1 Mind Ministries” subito dopo la nascita di Javon.  Secondo i documenti della corte, il culto è guidato da una donna che si fa chiamare Queen Antoinette, ed ha sede in una villetta a schiera nel distretto ovest di Baltimora.

Nel Dicembre 2006 Queen Antoinette avrebbe dato istruzioni a Ria e altri membri di privare il piccolo Javon di cibo e acqua.  Il bambino, i cui resti sono stati ritrovati in una valigia, è stato lasciato morire di fame dai membri del culto – compresa sua madre – perché rifiutava di dire «amen» dopo i pasti. Lo consideravano un “demone”.

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Wisconsin, leader setta cristiana condannato a due anni di reclusione per occultamento di cadavere: voleva resuscitarlo

Tammy Lewis e Alan Bushey

Tammy Lewis e Alan Bushey

Mauston – Un giudice ha condannato il leader di una setta religiosa a due anni di reclusione per aver occultato per diverse settimane in un bagno il cadavere in decomposizione di un anziano seguace.

La scorsa primavera Alan Bushey, 59 anni, di Necedah, ha conservato per due mesi il corpo di Magdeline Alvina Middlesworth nel bagno di un altro seguace, Tammy Lewis.

Middlesworth, 90 anni, si era trasferita a Necedah da Washington nel 2005 per entrare nella setta di Bushey, l’Order of the Divine Will (l’Ordine del Volere Divino, ndr.).

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La fantastoria di Benedetto XVI: “la resurrezione è un fatto storico”

Resurrezione

Resurrezione

“È fondamentale per la nostra fede e per la nostra testimonianza cristiana proclamare la risurrezione di Gesù di Nazaret come evento reale, storico, attestato da molti e autorevoli testimoni”, con queste parole Benedetto XVI proclama, durante l’udienza generale, la resurrezione di Gesù come verità storica .

Non è dato sapere, però, quali siano, secondo lui, questi “molti e autorevoli testimoni”: non un nome, non una citazione, nulla.

Continuando a leggere la trascrizione della catechesi di Benedetto XVI si riesce ad intuire a chi si riferisce: “anche in questi nostri tempi, non manca chi cerca di negarne la storicità riducendo il racconto evangelico a un mito, ad una “visione” degli Apostoli, riprendendo e presentando vecchie e già consumate teorie come nuove e scientifiche”.

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