Argentina, prete-killer dice messa ai torturatori con il placet di Benedetto XVI

Christian von Wernich

Christian von Wernich

Giorno dopo giorno, il carcere argentino di Marcos Paz, a 50 km da Buenos Aires, è teatro di delle più agghiaccianti aberrazioni che di questi tempi si può permettere la chiesa cattolica.

Al pari di qualsiasi altro prete, il sacerdore Christian von Wernich si prende cura dello spirito dei suoi fedeli, celebra la messa e somministra la comunione. I fedeli del carcere di Marcos Paz costituiscono uno spaccato tenebroso.

Sono alcune decine di persone condannate o processate per crimini atroci di lesa umanità commessi durante la dittatura militare del ’76-’83. Il padre von Wernich non cerca di redimerli. Al contrario è uno dei più strenui difensori di quell’orrore.

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Genocidio rwandese: condannato all’ergastolo prete cattolico

Un prete cattolico rwandese, l’abate Aimé Mategeko, è stato condannato lo scorso giovedì al carcere a vita dopo essere stato riconosciuto colpevole della partecipazione al genocidio perpetrato contro i Tutsi nel 1994. A renderlo noto è Radio Rwanda.

Il sacerdote, 45 anni, appartenente all’etnia hutu, è stato condannato per “istigazione al massacro dei Tutsi che hanno cercato rifugio nella parrocchia Shangi, nella ex prefettura di Cyangugu (a sud-ovest)”.

Durante il massacro, Mategeko era parroco di Hanika, un’altra parrocchia cattolica della regione.

«Sono innocente, ma non sono il primo ad essere vittima di un’ingiustizia,» ha detto il sacerdote durante l’intervista rilasciata a Radio Rwanda alla fine del processo, prima di annunciare il ricorso in appello.

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… Ma i Vescovi hanno scelto l’oblio …

Aprile 1994. Nelle strade Rwandesi è un giorno come un altro. La gente nelle strade si incontra, si saluta. Scese il silenzio nell’Aprile Rwandese del 1994, tutto sembrò fermarsi per un attimo.

Genocidio Rwandese

Genocidio Rwandese

Un attimo per voltarsi, un attimo perché le strade si tingano di un innaturale rosso sangue, uomo contro uomo, senza più alcun legame, senza più alcuna parentela. Non esistono più amici, non esistono più coniugi – solo l’etnia deciderà lo schieramento di ogni singolo individuo. I machete affondano impietosamente nelle carni straziate di coloro che solo pochi istanti prima erano compagni.

Così gli Hutu fondamentalisti, fomentati dagli Interahamwe, iniziarono il genocidio del Rwanda, una ingiustificata e ingiustificabile caccia all’uomo perpetrata contro Tutsi e Hutu moderati. Nel giro di cento giorni, ne verranno trucidati più di un milione e tra i loro carnefici, incredibilmente, spiccano alcuni sacerdoti e suore di confessioni cristiane.

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