Insulti a Beppino Englaro: trenta indagati

Beppino Englaro

Beppino Englaro

A sette mesi dalla fine di Eluana Englaro, la giovane lasciata morire dopo avere trascorso diciassette anni in stato vegetativo, la magistratura parte all’attacco di chi, nel vasto mondo di Internet, indicò nel padre e nei medici della ragazza i responsabili di quella tragica conclusione.

Un procedimento per diffamazione aggravata è scattato a carico di decine di blog e di siti web che – nella furibonda polemica che accompagnò gli ultimi giorni di Eluana – avrebbero travalicato il limite del diritto di critica, sconfinando nell’insulto contro Beppino Englaro, padre della ragazza, e il medico Amato Da Monte, etichettati più volte come «assassini» di Eluana.

L’indagine è condotta dal pm Paolo Del Grosso, della Procura di Lecco: è la città dove vive Beppino Englaro e dove nella primavera scorsa l’uomo ha depositato una denuncia in cui raccoglieva le pagine web dove più aspro era stato l’attacco nei suoi confronti.

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Vigilia di scomuniche? Il Vaticano censura 41 preti e religiosi firmatari dell’appello di MicroMega per la libertà di cura

monsignor Angelo Bagnasco

monsignor Angelo Bagnasco

Un’intimidazione con pochi precedenti quella appena avviata dal Vaticano contro 41 preti e religiosi che poco più di cinque mesi fa firmarono un appello “per la libertà sul fine-vita” promosso dalla rivista MicroMega dopo la morte di Eluana Englaro e durante la discussione al Senato del disegno di legge sul testamento biologico, poi approvato lo scorso 26 marzo (v. Adista n. 37/09).

Ad agosto – riferiscono ad Adista fonti vaticane – sarebbe infatti partita dalla Congregazione per la Dottrina della Fede una lettera indirizzata ai vescovi diocesani e ai superiori provinciali dei 41 preti e religiosi contenente un ordine preciso: convocare i sacerdoti per richiamarli all’ordine ed eventualmente punirli.

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La Cassazione ribadisce: diritto a non farsi curare

Piergiorgio Welby

Piergiorgio Welby

La Cassazione ribadisce: sì al diritto dei pazienti di rifiutare le cure. Rafforzando le tesi della famiglia Englaro sul caso della figlia Eluana.

La Cassazione – con una sentenza appena depositata nata dal ricorso di un testimone di Geova contrario a ricevere trasfusioni di sangue in caso di pericolo di vita – ribadisce che deve essere «riconosciuto al paziente un vero e proprio diritto di non curarsi, anche se tale condotta lo esponga al rischio di morte». Per i supremi giudici questo è un principio «di indubbia rilevanza costituzionale che emerge, tra l’altro, tanto dal codice di deontologia medica quanto dal documento del comitato nazionale per la bioetica del 1992».

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Caso Englaro, il giudice boccia la procura “Il padre non approfitterà per bloccare la terapia”

Beppino Englaro

Beppino Englaro

MILANO: La richiesta di “sospensiva” per Eluana Englaro, firmata da Anna Maria Pezza, non è stata accolta. Il giudice ha detto no alla procura generale di Milano. Il presidente della sezione feriale della corte d’appello di Milano, Roberto Pallini, così si legge nella sua decisione, “respinge la richiesta del procuratore generale di sospendere, prima dell’udienza di comparazione delle parti, l’efficacia esecutiva del decreto”. E quindi “riserva al collegio la trattazione dell’istanza dello stesso procuratore generale di deliberare tale sospensione”, con un’udienza che si terrà il 24 settembre.
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Caso Englaro: Comunicato Stampa Consulta di Bioetica

Si scordi di avere una volontà propria chi, entrato in Lombardia in una struttura sanitaria, intenda uscirne. Una volta “preso in carico”, non viene più lasciato se non nei modi imposti dal ceto politico e amministrativo della Regione.

Eluana Englaro

Eluana Englaro

È questa la sostanza della risposta data dalla Regione Lombardia ai legali della famiglia Englaro che chiedevano fosse data esecuzione alla sentenza della Corte di Appello di Milano che autorizza la sospensione della idratazione e nutrizione artificiale che tengono in vita, contro la sua volontà, il corpo irreversibilmente privo di coscienza della loro figlia.

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Caso Englaro: Consulta bioetica, sconcertante rifiuto Lombardia

Milano, 4 set. – (Adnkronos) – “La Consulta di Bioetica e’ sconcertata dal rifiuto della Regione Lombardia di prestare l’ultima assistenza medica a Eluana Englaro come stabilito dalla Corte d’Appello di Milano. Che una Regione rifiuti di dar corso a quanto ammesso da un Tribunale e’ un atto gravissimo. Ancora piu’ incomprensibile per la Regione Lombardia che e’ sempre stata all’avanguardia nella difesa delle liberta’ civili”. Lo ha dichiarato il Presidente della Consulta di Bioetica Onlus, Maurizio Mori.

Fonte: Adnkronos

Nessun ospedale per Eluana Il padre: troveremo altre strade

Il padre di Eluana

Il padre di Eluana

LOMBARDIA: Dieci giorni dopo, la risposta è arrivata. La Regione Lombardia si è finalmente degnata di rispondere alla famiglia Englaro che si è decisa a diffidare il Pirellone, colpevole di non aver ancora indicato quale struttura ospedaliera della regione fosse disposta a mettere in pratica quanto stabilito dalla Corte d’appello di Milano. Ovvero, a staccare l’alimentazione artificiale ad Eluana, in coma da 16 anni.

Per la famiglia, infatti, «la decisione è esecutiva». Insomma, serve solo qualcuno che la metta in pratica. Ma nessuno vuole farlo: per questo, ha spiegato l’avvocato della famiglia, Vittorio Angiolini, «Englaro ha chiesto alla struttura convenzionata dove Eluana è ricoverata e all’ospedale pubblico di Lecco ed entrambi hanno risposto: “da noi no”. Si sono rifiutate».

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