Lecce, nuova condanna per Don Cesare Lodeserto: chiedeva rimborsi per immigrati fantasma

Cesare Lodeserto

Cesare Lodeserto

L’immigrazione clandestina è un affare. È questo il succo della sentenza della Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la Puglia, che condanna monsignor Cesare Lodeserto a rimborsare allo Stato 133.651 euro, la metà di quanto richiesto dal procuratore, avuti per «maggiori prestazioni a favore degli immigrati rispetto a quelle effettivamente rese».

Nel mondo dell’immigrazione Lodeserto non è proprio uno sconosciuto: condannato (pena sospesa) nel 2005 per simulazione di reato; condannato per violenza privata e lesioni aggravate nei confronti di 17 immigrati che nel novembre 2002 avevano tentato la fuga dal Cpt di San Foca a Lecce; arrestato nel 2005 con l’accusa di sequestro di persona e di abuso dei mezzi di correzione.

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Don Cesare, richiesta conferma condanna per abusi

Don Cesare

Don Cesare

Ha chiesto la conferma della condanna di primo grado il procuratore generale Giuseppe Vignola, nel processo in cui è imputato per le accuse di minacce e abuso dei mezzi di correzione.

In primo grado venne inflitta una pena di un anno e quattro mesi, sospesa con la condizionale.

Il procuratore generale, nella sua requisitoria, ha elogiato l’operato dei magistrati “su una vicenda che ha sollevato il coperchio su una storia squallida”.

“Gli immigrati – ha precisato Vignola – venivano trattati come animali” in un centro definito “un canile”.

Lodeserto è accusato di non aver impedito che all’interno del centro di prima accoglienza alcuni ospiti venissero colpiti con calci, pugni, spintoni e schiaffi.

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