Fonte di Garlasco prossima alla chiusura, le docili locuste e il buon pastore – l’appello dei residenti: «lasciateci vivere»

Sono passati alcuni mesi dalla (ri)scoperta della fonte “miracolosa” di Garlasco ed altrettanto tempo è passato dalla dichiarazione di non potabilità dell’acqua emessa dalla ASL: l’acqua conteneva una quantità di bentazone – famigerato fitofarmaco vietato sin dalla fine degli anni ’80 per la sua tossicità – 3 volte superiore ai limiti consentiti.

La potenziale cancerogenicità della fonte, non ha però scoraggiato i “pellegrini” che hanno preferito continuare ad imbottigliare e consumare l’acqua inquinata della Prevosta.

Non soddistatto, l’usufruttuario del terreno (il proprietario, secondo quanto si legge dall’ordinanza del sindaco, sarebbe Gianluigi Supertino), Ivo Pignatti, ha richiesto, tramite un amico,  delle nuove analisi.

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Garlasco, responso finale della ASL: acqua potenzialmente cancerogena

Bentazone

Bentazone

Altro che acqua “miracolosa”.

La fonte di Ivo Pignatti contiene bentazone in quantità tre volte superiore ai limiti consentiti.

Questo il responso dell’ASL sull’acqua che da molti – probabilmente sotto gli effetti di un colpo di sole avuto durante le lunghe attese in macchina per raggiungere il pozzo – era stata già definita un “dono di Dio.”

Il bentazone è un fitofarmaco, vietato sin dal 1987 per la sua tossicità, utilizzato in agricoltura come diserbante nelle coltivazioni di riso e frumento, per cui potrebbe essere arrivato alle falde dalle risaie.

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