Scientology, esce il libro “Il coraggio di parlare” di Maria Pia Gardini

Il coraggio di parlare14 storie emblematiche, una decina di fuoriusciti italiani, le altre di stranieri. Il libro di Gardini-Laggia (in uscita per le Edizioni Paoline) offre per la prima volta la possibilità di conoscere queste storie di speranza e delusione.

Speranza di aver pensato di trovare in Scientology una strada per migliorare sé stessi; delusione per essersi resi conto di aver buttato anni della propria vita, tanti soldi e spesso anche le relazioni umane più importanti.

«Quattordici storie diversissime», scrive Laggia nell’introduzione del libro, «per raccontare la stessa vicenda: quella di chi entra nel movimento, spesso con l’entusiasmo e la curiosità del neofita, spinto dalla speranza di migliorare la propria vita, di diventare un “vincente” o, piuttosto, di uscire dalla droga o da altre dipendenze, ma con il tempo scopre d’esser piombato dentro un incubo da cui è tremendamente difficile svegliarsi.

Un’esperienza che, da deludente, diventa oppressiva e infine distruttiva per la propria persona e per i propri beni materiali».

È un racconto lucido e sconvolgente, quello dei fuoriusciti. Tanto che ci si rende conto, pagina dopo pagina, che non c’è voluto solo il coraggio di rendere pubblica la propria storia, ma che, prima ancora, hanno mostrato un coraggio ben maggiore ad andarsene, «perché, più della scelta scabrosa di raccontare in pubblico la propria storia di scientologist, è stato difficile decidere di abbandonare un’esperienza totalizzante e pervasiva, com’è quella della sequela alla Chiesa di Hubbard, vincendo pesantissime pressioni psicologiche», aggiunge Alberto Laggia. «Infatti, come ebbe a confessarmi la stessa Maria Pia Gardini, “quando ti allontani da un culto come Scientology, spesso ne sei uscita solo con le gambe, ma la testa è ancora dentro”».

Quanti sono gli adepti di Scientology? Centinaia di migliaia in tutto il mondo, stando a quanto dichiara la stessa Chiesa. E quanti gli “ex”? Tanti, anche se è un numero difficile da quantificare. «Basta navigare “in Rete” (cioè in Internet, ndr) per cogliere l’entità del fenomeno», scrivono gli autori del libro.

Serve raccontare queste storie? Alla domanda risponde una delle protagoniste, Bryce, nome di fantasia di un ex membro dello staff di Scientology piemontese: «Non credo», dice, «che le esperienze che noi raccontiamo qui possano far aprire gli occhi a uno scientologo felice. Servono invece a infondere coraggio a chi ha dei dubbi ma ancora non riesce ad andarsene. Servono a informare familiari e parenti su cosa sia realmente lo strano gruppo a cui ha aderito il congiunto e su cosa stia realmente facendo».

Di motivi, aggiungiamo noi, ce n’è almeno un altro: preavvertire dei rischi. Non solo del fatto che si mettono a repentaglio famiglia e affetti, ma anche di aspetti ben più concreti e penalmente rilevanti: è del mese scorso l’ennesima vicenda giudiziaria che coinvolge Scientology. Una pesante condanna della giustizia francese: 600 mila euro di multa e una pena di due anni per uno dei massimi responsabili della Chiesa transalpina di Hubbard. Condanna per sottrazione di decine di migliaia di euro a quattro anziani adepti, «approfittando della loro vulnerabilità», scrive il Tribunale di Parigi.

Fonte: Famiglia Cristiana

Si ringrazia ARIS Toscana per la segnalazione

8 commenti

  1. Che l’Abateo Impertinente usi come fonte ufficiale il settimanel della CEI e’ il massimo dell’ipocrisia.

  2. bello l’articolo,e poi Famiglia tratta di tanti argomenti e NON è della CEI è delle EDIZIO NI SAN PAOLO

    • Signora dovrebbe verificare meglio le sue fonti, magari qualche volta ci azzecca.
      E’ come dire che Canale 5 non c’entra niente con Mediaset, allo stesso modo le Edizione Paoline non c’entra niente con la CEI.

    • Signora Maria Pia Gardini,
      Tutto il Suo agire complessivo non fa altro che dare sempre di più infinitamente ragione al Suo grande nemico , purtroppo per Lei stessa: RONALD LAFAYETTE HUBBARD.

  3. Personalmente, non ritengo ci sia ipocrisia alcuna nel citare una fonte. Se l’articolo è vero, allora è opportuno citarlo. Ed indicarne la fonte. Questo blog non mi pare anti qualcosa, ma espressione, civile e precisa, di dati di fatto. E se nelle mie fonti devo citare famiglia cristiana o il catechismo della chiesa cattolica (per spiegare bene agli utenti da dove ricavo i miei dati) questo non fa di me un devoto cattolico. Non più di quanto leggere Mein Kampf farebbe di me un nazista. Mio personale punto di vista,
    cordiali saluti,
    gabriele

    • Ma i cervelli, dall’estensione non più grande di un francobollo, non capiranno mai… 😦

  4. Rientrando nel merito dell’articolo. Evviva! Era ora che si inziasse a dire la verità su scientology. Spero presto anche su altri movimenti altrettanto pericolosi. In italia perfino i testimoni di geova possono usare la denominazione “chiesa cristiana dei testimoni di geova”. Tanto per confondere un po’ le acque. Ottimo articolo. E’ vero che nessun fanatico cambia idea, ma è anche vero che se hai ancora un po’ di cervello non intossicato, magari inizi a porti delle domande. E poi, a trovare delle risposte.
    cordialità
    gabriele

  5. A proposito della sig.ra MARIA PIA GARDINI, è doveroso segnalare il nostro sito ai fini di una più completa informazione.


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