Sono passati alcuni mesi dalla (ri)scoperta della fonte “miracolosa” di Garlasco ed altrettanto tempo è passato dalla dichiarazione di non potabilità dell’acqua emessa dalla ASL: l’acqua conteneva una quantità di bentazone – famigerato fitofarmaco vietato sin dalla fine degli anni ’80 per la sua tossicità – 3 volte superiore ai limiti consentiti.
La potenziale cancerogenicità della fonte, non ha però scoraggiato i “pellegrini” che hanno preferito continuare ad imbottigliare e consumare l’acqua inquinata della Prevosta.
Non soddistatto, l’usufruttuario del terreno (il proprietario, secondo quanto si legge dall’ordinanza del sindaco, sarebbe Gianluigi Supertino), Ivo Pignatti, ha richiesto, tramite un amico, delle nuove analisi.
I risultati delle controanalisi effettuate da un laboratorio privato di Casale Monferrato, confermerebbero la non potabilità dell’acqua per “eccesso di nitriti”, ma la Asl ha lamentato la mancanza di riscontri su manganese e pesticidi.
Per Pignatti, però, l’acqua sarebbe perfettamente potabile e ha già commissionato nuove analisi ad altri quattro laboratori per trovarne conferma.
Ad alimentare la superstizione e l’apparente “alone di mistero”, aveva chiamato in causa anche un sedicente sensitivo il quale, dalle pagine della Provincia Pavese del 22 Agosto scorso, dichiarava di aver visto una figura evanescente, che secondo lui era la Madonna.
E così, tra pendolini oscillanti, rose, fichi e flash di macchine fotografiche in cerca di una qualche sorta di “apparizione celeste”, a centinaia continuano ancora oggi a riversarsi sulle impervie stradine della Prevosta.
Una situazione disastrosa per i residenti, costretti a rimanere chiusi in casa per via del traffico selvaggio che imperversa nella zona. Come un’orda di locuste, i “pellegrini” si abbattono nelle campagne di Garlasco lasciando dietro di loro una scia di sporcizia e maleducazione.
«La mia vicina deve pulire due-tre volte al giorno perché i “pellegrini” urinano e defecano ovunque,» dice una signora residente in zona. «La situazione è insostenibile, suonano ai campanelli ad ogni ora del giorno.»
Dall’altra parte, Pignatti aveva accusato ignoti di aver sparato contro il suo cancello e di essere stato vittima di un’imboscata. «Alcune persone – si legge sulla Provincia Pavese del 26 Agosto 2009 – hanno messo la transenna sistemata dal comune in mezzo alla strada. Per farmi scendere dall’auto. Erano nascosti dietro un cespuglio e volevano aggredirmi. Sono giorni che sopporto anche insulti e parolacce dei vicini.»
Stando al racconto dei vicini, però, le cose non sarebbero andate come è stato raccontato dall’uomo. «La sera in cui Ivo dice di aver subito un’imboscata io e mio marito stavamo discutendo nel giardino di una vicina – racconta la signora – e un altro residente della zona si è unito a noi con suo figlio (di un anno). Mentre parlavamo è passato Ivo e l’abbiamo guardato tutti, certamente seccati. Questa è l’imboscata di cui parla.»
E stranamente, gli spari lamentati dal Pignatti hanno raggiunto solo l’ordinanza del Sindaco mandandola in frantumi. «Abbiamo visto Ivo togliere le transenne messe dal comune, spesso le getta anche nel fosso. Questo perché molti “pellegrini” non vogliono fare molta strada per arrivare alla fonte.»
Fonte… di reddito per il Pignatti che tempo fa dichiarava, intervistato da un giornalista del TG1, di incassare, mediamente, 160-200 euro giornalieri in offerte lasciate dai pellegrini.
Ma se da una parte le autorità tacciono, dall’altra si muovo i cittadini oramai esasperati dalla vergognosa situazione che si è creata intorno alla Prevosta. Il 14 Ottobre scorso, la Asl ha inviato una nota ufficiale al Comune e al prefetto per la chiusura della fonte “miracolosa”.
L’esposto, partito dai residenti, ha permesso al Servizio igiene e sanità pubblica di accertare «lo stato di degrado e antigienicità del cortile». “Lastre di amianto sul tetto baracche e coperture precarie, rottami ferrosi, bidoni di plastica, fusti metallici, cataste di legno, bottiglie di vetro, pezzi di tubazioni, materiale di scarto”, le motivazioni che spingono verso l’interdizione al pubblico accesso della Cascina Prevosta.
Il municipio ha concesso quaranta giorni di tempo per la bonificazione dell’area, chiedendo anche di poter esaminare i documenti sulla denuncia di regolarità urbanistica del fabbricato.
Dura la reazione di Ivo Pignatti, che non ha alcuna intenzione di chiudere: «che si tratti di rimuovere l’amianto o di procedere per vie legali contro questi provvedimenti, mi vedrò costretto a chiedere un obolo agli ammalati che vengono a bere l’acqua. Perchè se resto aperto lo faccio per loro.»
«Mi adeguo alle disposizioni,» continua, «ma non chiudo nemmeno un minuto, voglio che le persone possano continuare a venire. Qui arriva gente con problemi seri, di loro mi interessa. A loro chiederò un contributo per difendere questo posto.»
Non è dello stesso avviso l’Ente Parco Ticino, i cui tecnici, la scorsa settimana, hanno verificato la regolarità strutturale della baracca. I rilievi saranno valutati, entro un mese, dall’ufficio tecnico del Comune di Garlasco che dovrà confrontarli con i dati catastali.
Dalle prime indiscrezioni, l’abuso edilizio con conseguente ordinanza di demolizione appare più che una semplice ipotesi. Secondo quanto rilevato dai tecnici, sul fondo di via Cà Bassa figurerebbe una richiesta di concessione edilizia respinta nel 1977.
L’Ente Parco dovrà esaminare anche la conformità dal punto di vista paesaggistico e urbanistico e la Prevosta dovrà superare entrambi i riscontri per continuare ad essere aperta al pubblico.
Pignatti tenta di difendersi raccontando a una troupe televisiva di aver fatto una pulizia generale dell’area in attesa che l’amianto venga rimosso e calcando, nuovamente, il sentiero di presunte “apparizioni”.
«Da quest’estate la Madonna è stata vista da cinquanta persone, la fotografano con il cellulare ma subito non si vede.»
Intanto tra i pellegrini circola voce di persone che hanno dovuto ricorrere all’intervento medico dopo aver bevuto l’acqua della fonte. «Ci sono state molte ambulanze alla Prevosta e una volta è dovuta intervenire anche la guardia medica,» racconta un residente.
Nonostante questo e l’ordinanza del Comune che vieta il consumo dell’acqua della risorgiva, però, continuano ad arrivare “fedeli” armati di taniche e bottiglie come accade ormai da diversi mesi.
Nella speranza che il buon senso torni a breve termine, ci si augura che il “pozzo dei miracoli” non diventi fonte di tragedia.
4 commenti
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se fosse facile fermare le superstizioni oggi non ci sarebbero le religioni
Samn Paolo ci avvisa:
“Verrà giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole”
ah, mi pareva mancasse un’apparizione mariana. Povera Madonna. Almeno altre acque hanno come apparizione testimonial, che ne so io, un passerotto. Più credibile. E senz’altro rispettoso.
cordiali saluti
gabriele
Penso che se tutti credono nelle favole,qualcosa di vero deve esserci, che stimoli il nostro sistema immunitario e ci aiuta
a guarire. Certo per chi non ha più niente da perdere è una speranzA; ma c’é anche chi usa la speranza per liberarsi di qualche
peso scomodo. suoceri o malati terminali dando la colpa alla sola
acqua di Garlasco.
Comunque penso che applicarla sulla pelle invece di berla non sia,
allo stesso modo, pericolosa.