Cesena, resta in carcere prete boliviano accusato di violenza sessuale

Il sacerdote resta in carcere. Questa la decisione del tribunale del riesame di Bologna (meglio conosciuto come tribunale della libertà) che ha respinto in questi giorni la richiesta di scarcerazione del religioso presentata dall’avvocato cesenate Alberto Bricchi.

Il sacerdote è detenuto nel carcere di Forlì da 112 giorni accusato di violenza sessuale e lesioni nei confronti di un 22enne. In prigione soffre, non lo nasconde, e sperava proprio di vedere convertita la misura restrittiva con quella più tenue degli arresti domiciliari.

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Roma: gioco della pignatta con coniglio vivo, denunciato parroco

Polemiche a Palestrina dopo il cruento epilogo della festa di Santa Rosalia, che si celebra il 30 agosto nel comune della provincia di Roma. Il tradizionale gioco della ”pignatta”, infatti, e’ stato organizzato inserendo all’interno di una bisaccia da abbattere con il bastone un coniglio vivo.

Ed ecco che adulti e bambini hanno cominciato a scagliare il legno sull’animale. Il sacco pero’ si e’ aperto sotto i colpi ricevuti e il coniglio ferito e insanguinato e’ caduto a terra dove sarebbe stato ulteriormente colpito dalla folla se una ragazza non l’avesse raccolto e portato da un veterinario che ha provveduto a salvarlo.

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L’alba dei sacrifici umani: nuova setta assetata di sangue in Uganda

Non è un nuovo film. Non lo vedremo sul grande schermo. E’ ciò che sta accadendo in Uganda. A confermarlo è la polizia locale, che dalle pagine del The Observer porta alla luce una nuova, macabra, setta religiosa che praticherebbe sacrifici umani.

Le indagini sono iniziate grazie a una soffiata. Venne riferito che alcune persone benestanti erano responsabili degli atroci atti di sacrifici umani – per lo più bambini – avvenuti nella regione.

«Dall’inizio del 2009 – ha detto Moses Binoga, del Dipartimento Investigativo – la polizia sta raccogliendo informazioni su questo culto le cui attività sono principalmente concentrate a Kempala. Il culto è nato nell’Africa dell’Ovest.»

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Dimissioni del direttore dell’Avvenire: tiriamo le somme sul caso Boffo

Dino Boffo

Dino Boffo

Con una lettera aperta, dopo una settimana tra polemiche, accuse, giustificazioni e misteriose “veline”, si dimette il direttore dell’Avvenire, Dino Boffo. «La mia vita e quella della mia famiglia, le mie redazioni, sono state violentate,» scrive Boffo.

Vero. Verissimo. Ma c’è da chiedersi come mai il metro che avrebbe voluto il direttore dell’Avvenire (e per lui, anche altre testate giornalistiche, ndr.) non sia lo stesso utilizzato per altri.

Basti ricordare come furono trattati Luciano Moggi, Vittorio Emanuele di Savoia, Stefano Ricucci, Anna Falchi, Cristiano Di Pietro (il figlio di Di Pietro), l’ex Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, Daniela Fini (ex moglie di Gianfranco Fini), Clemente Mastella o Silvio Berlusconi.

Non perché fossero innocenti. Ma se è vera l’equazione “reato di personaggio di spicco=articolo in prima pagina”, deve esserlo anche per Boffo. Altrimenti si fanno due pesi, due misure.

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