Indonesia, insegnante ustiona studentesse per spiegare l’inferno

Il preside di una scuola media di Bandung  ha confermato le lamentele di una studentessa che avrebbe raccontato di essere stata ustionata, insieme alle compagne, dalla propria insegnante per spiegare l’inferno.

L’incidente sarebbe occorso martedì, durante una lezione di religione islamica.

Secondo la studentessa, l’insegnante stava spiegando il concetto di inferno e avrebbe chiesto solo agli studenti di sesso femminile di raggrupparsi intorno a lei mentre accendeva fiammiferi.

«Ha chiesto a ogni studentessa di accendere un fiammifero, poi lo ha spento sulle loro mani,» racconta la ragazza, aggiungendo che solo gli studenti di sesso femminile dovevano partecipare. «Ha detto che l’inferno è pieno di donne».

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San Francisco: rapita 18 anni fa, il sequestratore è un fanatico religioso

Jaycee Dugard

Jaycee Dugard

SAN FRANCISCO – Vicenda dai contorni incredibili in California: una donna di 29 anni rapita quando ne aveva 11 ha vissuto per tutto questo tempo prigioniera del suo rapitore, dal quale ha avuto due figlie.

Lo hanno confermato le autorità di polizia che da anni indagavano sulla scomparsa di Jaycee Dugard, rapita il 10 giugno del 1991 mentre stava aspettando l’autobus per andare a scuola a South Lake Tahoe, nella El Dorado County, in California.

Testimoni riferirono di aver visto due persone caricare a forza la bambina su un’auto e fuggire. Ora, a 18 anni di distanza, Jaycee Lee Dugard è ricomparsa.

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Boffo, il supercensore de “l’Avvenire” condannato per molestie

Dino Boffo

Dino Boffo

AGGIORNAMENTO DEL 29/08/2009: Caso Boffo: controllato dalla polizia perché frequentatore della prostituzione maschile milanese

AGGIORNAMENTO DEL 30/08/2009: Botta e risposta tra Avvenire e il Giornale: Boffo scrive che «il documento è una sòla,» la redazione di Feltri lo pubblica
«Articolo 660 del Codice penale, molestia alle persone. Condanna originata da più comportamenti posti in essere dal dottor Dino Boffo dall’ottobre del 2001 al gennaio 2002, mese quest’ultimo nel quale, a seguito di intercettazioni telefoniche disposte dall’autorità giudiziaria, si è constatato il reato».

Comincia così la nota informativa che accompagna e spiega il rinvio a giudizio del grande moralizzatore, alias il direttore del quotidiano Avvenire, disposto dal Gip del Tribunale di Terni il 9 agosto del 2004.

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