Sacerdote condannato per pedofilia, le motivazioni della sentenza

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Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Francesco Chiaromonte, ha emesso le motivazioni della sentenza, con la quale lo scorso mese di novembre ha condannato a 6 anni ed 8 mesi don Marco Cerullo, il sacerdote 35enne di Villa Literno arrestato nel dicembre del 2007 con l’accusa di aver compiuto abusi sessuali ai danni di un ragazzino di 12 anni.

Il Gip ha anche disposto anche una provvisionale di 50mila euro, immediatamente esecutiva a carico del sacerdote. Cerullo, all’epoca dei fatti era il vice parroco della chiesa del Santissimo Salvatore a Casal di Principe, e secondo gli inquirenti fu sorpreso dai carabinieri in flagranza di reato mentre abusava del ragazzino, di cui era insegnante di religione. Un fatto grave in merito al quale la Diocesi di Aversa non ha mai preso una posizione ufficiale, nemmeno dopo la condanna.

Il sacerdote fu arrestato in una zona di campagna tra Casal di Principe e Villa Literno, ad ammanettarlo furono i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Casal di Principe: i militari notarono un’auto ferma in una stradina isolata, si sono avvicinati è secondo le accuse, contestate dal Pm Ricci, e secondo la tesi accusatoria notarono che il parroco stava costringendo il ragazzino a subire un atto orale. Cerullo, secondo fonti legali, vistosi scoperto avrebbe tanto di scappare: mise in moto l’auto costringendo i carabinieri ad un inseguimento, lo raggiunsero quando la sua macchina rimase bloccata in un punto in cui la strada campestre è diventata impercorribile.

Il giudice scrive che Cerullo una volta fermato dai carabinieri “ammetteva spontaneamente quanto accaduto, aggiungendo anche ulteriori particolari”, poi in sede di convalida dell’arresto “ridimensionava se non addirittura escludere le sue responsabilità”. Lo aveva portato con se per andare ad acquistare colori che dovevano servire ad addobbare il presepe.

Si apprende anche che il ragazzino ha rivelato che Cerullo gli avrebbe chiesto di avere rapporti sessuali anche in precedenti occasioni. Il Consulente della procura nella sua perizia sostiene che gli abusi sarebbero avvenuti più di una volta, e il giudice scrive che il prete gli avrebbe mandato al 12enne: “messaggi amorosi e persino paventandogli la possibilità di morire qualora non avesse accondisceso ai suoi approcci sessuali”. Abusi che sarebbero avvenuti non solo in auto ma anche nell’abitazione di don Cerullo, un sacerdote che il difensore nel tentativo di farlo scagionare, sostenendo che in casa potevano esserci anche i suoi parenti, lo ha descritto come un promettente teologo.

Dall’inchiesta è emerso che Don Marco Cerullo, difeso dall’avvocato Carmine Ucciero, aveva contatti con il 12enne non solo perché era il suo insegnante di religione in un scuola media (secondaria di primo grado) di Villa Literno, poi essendo dello stesso comune di residenza del ragazzino era considerato dalla famiglia dell’adolescente una figura di riferimento. La tutela degli interessi del ragazzino e della sua famiglia è stata affidata ai legali Costantino Puocci, Sergio Cavaliere e Giacomo Cassandra.
Dal Corriere di Aversa e Giugliano

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