ISPICA: I capi avevano convinto gli adepti che la fine del mondo era imminente e che quindi bisognava raccogliere più soldi possibili prima di nascondersi nel rifugio dove solo loro avrebbero trovato la salvezza. Il rifugio era una vera e propria azienda agricola capace di auto-produrre carni e cibi vari per la vita della comunità. Ma l’operazione della Guardia di finanza di Ragusa ha mandato all’aria il progetto della setta religiosa, con quattro persone finite in carcere con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, violenza ed evasione fiscale.
I finanzieri hanno fatto irruzione nel santuario-rifugio dell’associazione `Grande opera di Maria´, a Ispica (Ragusa), mentre era in corso l’assemblea degli adepti e dietro l’altare hanno sequestrato 73 mila euro in contanti, ostie, calici, altro materiale utilizzato per l’esercizio dei riti e un telefono cellulare sul quale era montata un’ostia che secondo la reggente sarebbe servita per parlare con la Madonna.
È stato accertato che il numero degli adepti è superiore a 100 e che le somme truffate supererebbero il milione di euro. Agli arrestati è stata contestata anche un’evasione fiscale di 1 milione e 600 mila euro. Sequestrata, inoltre, la sede-rifugio operativa dell’associazione, del valore di 2 milioni di euro, in contrada Barcara-Lanzagallo. L’operazione `Blasphemia´, condotta da un centinaio di militari delle Fiamme Gialle, è partita ieri pomeriggio, dopo un anno di indagini. In manette, su ordine del gip di Modica, sono finiti il presunto capo della setta, Iole Rizza, 69 anni, la `veggente´ Giovanna Assenza di 59 anni, il presidente dell’organizzazione Orazio Garofalo, 72 anni, e il segretario della setta, Saverio Cannata, 62 anni.
Assenza in particolare sosteneva di avere parlato con la Madonna nel 1988. Durante il blitz dei finanzieri, nel salone centrale della sede c’erano oltre cento persone, tra cui molti bambini, intenti a pregare. Nelle abitazioni e nei luoghi a disposizione dei quattro arrestati, sono stati trovati ostie con emografie, statuine di angeli, rosari, fiori secchi imbevuti di olio profumato, oggetti descritti come reliquie di Padre Pio, olio sacrificale e cosiddetta `rugiada del cielo´, contenute in boccette etichettate
L’opinione pubblica di tutto questo conosce ben poco se non quello che si vedeva dall’esterno del tempio: i raduni per le apparizioni ogni 14 del mese, gli assembramenti di persone nell’espletamento delle varie cerimonie. Si celebrava perfino la messa sia alla presenza di qualche sacerdote consenziente. In altre occasioni era la “veggente” a farne le veci.
Ad iniziare questa esperienza è stata per l’appunto questa “veggente”, o “profeta”, convinta di ricevere rivelazioni soprannaturali, ignorando e rifiutando gli insegnamenti della Chiesa. Dopo la formazione di un primo gruppo di seguaci, si è consolidata sempre più, la convinzione di essere “speciali”, “eletti” e particolarmente prediletti da Dio. Col passare del tempo forti del numero e della “fede” nelle rivelazioni ricevute, gli adepti si sono sempre più ermeticamente rinchiusi nel loro mondo, favorendo il processo di naturale formazione di una setta pseudo religiosa.
Il gruppo fin dall’inizio si è ben mimetizzato all’interno dell’ambiente cattolico, spingendo le persone coinvolte a partecipare attivamente alla vita parrocchiale e ricevendo i sacramenti. Parallelamente però all’interno del gruppo venivano enunciate altre dottrine, segrete all’esterno, destinate a rafforzare la convinzione di essere “gli unici veri cattolici”, persone invulnerabili oltre che “speciali” in quanto destinatari di particolari “favori celesti”. Il gruppo non aveva accettato di sottomettersi alle indicazioni della Chiesa. Anzi, aveva interpretato il richiamo come un segno di persecuzione, per cui si era fossilizzato sulle proprie convinzioni, chiudendosi sempre più al dialogo con il mondo esterno. Fra queste convinzioni, la tendenza a considerarsi migliori degli altri cattolici, additando la responsabilità alla Chiesa Cattolica, specialmente quella locale, di non essere più all’altezza di svolgere il proprio compito.
Nelle presunte “rivelazioni” si fa riferimento a critiche contro sacerdoti e vescovi, fino alla negazione della loro autorità e della presenza di Gesù sotto le specie eucaristiche. Di recente si era persino arrivati alla consacrazione della leader a sacerdote unto da Dio, con l’attribuzione del compito di fornire la guida spirituale agli associati , attingendo dagli insegnamenti delle varie locuzioni e messaggi dati dalla veggente. Durante la cerimonia di vestizione, la veggente si è addirittura prestata alla distribuzione della Eucaristia agli associati.
Secondo i finanzieri la setta, spinta da interessi economici e patrimoniali, avrebbe circuito gli adepti con minacce e pressioni psicologiche, «privandoli più o meno consciamente della loro capacità di autodeterminazione, e causando loro gravi danni economici e morali». L’associazione è stata creata nel 1986 e aveva attratto subito numerose persone, con fenomeni di pellegrinaggio alimentati dalle presunte e ripetute apparizioni mariane. Alcuni affiliati vivrebbero a New York, dove veniva inviato un giornale di impronta religiosa, denominato `Voce Speranza´, edito dai responsabili della setta.
A questa prima fase seguì un vero e proprio `processo di spoliazione´, nel quale i cosiddetti `eletti´ effettuavano donazioni di denaro, immobili, terreni, gioielli, opere d’arte, e altri lasciti vari. I leader della setta in tal modo erano riusciti a costruire un Tempio nelle campagne di Ispica, denominato `colombaia´, `granaio del cielo´, dove il gruppo si sarebbe dovuto rifugiare in vista dell’imminente `giudizio universale´, “quando l’Angelo Distruttore annienterà l’iniquità degli uomini che non crederanno a tali rivelazioni salvifiche” (così recita una passo estratto dai vari messaggi enunciati dalla “veggente”).
Fonti: Il Secolo XIX, CorrierediRagusa.it
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