
Milizia Cristiana
TEL ASQUF: Con i Kalashnikov sulle spalle, il primo esercito Cristiano dell’Iraq fa rispettare una semplice regola ai confini di questo piccolo villaggio: ‘Chiunque non sia di Tel Asquf, non può entrare’.
I confini del villaggio sono segnati da barriere di sabbia costruite dai residenti nel tentativo impedire alle macchine bomba di violare il perimetro, come fecero nel 2007 quando due attacchi di questo genere hanno colpito il villaggio e spinto le autorità locali a prendere contromisure.
Il villaggio, situato nella provincia di Nineveh, punto caldo nell’Iraq del nord, frequentemente oggetto di attacchi da parte di sunniti e sciiti, ha ora preso le redini della sicurezza con pattuglie armate e posti di blocco nelle quattro entrate al villaggio.
“I terroristi vogliono ucciderci perché siamo Cristiani. Se non ci difendiamo da soli, chi lo farà?”, chiede il leader dell’esercito Abu Nataq.
“Pagavamo la “jezya” (tassa di protezione) e ci lasciavano in pace,” ha affermato Nataq in riferimento alla tassa commiata alla comunità Cristiana da Al Quaeda in cambio della pace.
Il termine riporta indietro al settimo secolo, periodo di grande espansione nell’Islamismo quando Cristiani e Ebrei erano costretti a pagare tasse alla maggioranza Musulmana.
Ma i cittadini di Tel Asquf si sono ribellati e hanno chiesto aiuto alle armate Kurde di Arbil, la vicina capitale della regione Kurda, dopo aver giudicato che la propria capitale, Mosul, aveva una netta maggioranza sunnita.
“Preferisco l’aiuto del Kurdistan, dei peshmerga (esercito Kurdo),” dice Nataq.
La milizia Kurda fornisce fucili Kalashnikov e radio ai 200 militari Cristiani che ricevono 200 dollari al mese (circa 140 euro) dall’amministrazione di Arbil per proteggere gli 8000 abitanti del villaggio.
Fonte: Khaleej Times
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